Ad un certo punto tutto trema. Tutto trema intorno e il mondo fuori cambia, crolla da un giorno all’altro. Perde l’odore che pensavi di conoscere. Le luci, le strade, le case anche quelle non sono più le stesse.
E tu sei lì, a dover fare i conti con il vuoto, senza capire più nulla, senza sapere cosa ti aspetta un attimo dopo.
C’è chi scappa e chi, invece, resta. In bilico. E ci guarda dentro quel vuoto. Impara a sentire la vita in modo diverso. Più forte. E poi ricostruisce.
Perché traballi, cadi, ma poi impari. Impari che c’è del bello nel vuoto. Che in fondo lo puoi riempire come vuoi. Impari anche a stare in piedi.
Fuori la pioggia ha smesso di battere. È uscito il sole e non fa freddo, nonostante sia gennaio.
Isabella è affacciata alla finestra di casa, sta fumando una delle sue solite Camel blu. Si arruffa i capelli. Ha lavorato fino a tardi ieri sera, è stanca ma felice. Felice di fare quello che le piace.
Mi racconta che si è trasferita a Ferrara da qualche mese, che non era del tutto tra i piani, ma che va bene così. Perché ha seguito il cuore e si sa che le cose più belle arrivano quando non te l’aspetti.
«Ogni volta che mi fermo inizio a metabolizzare quanto ho imparato mentre correvo».
Negli ultimi tre anni ha vissuto in quattro città diverse. Ha passato intere stagioni a fare e disfare valige, a prendere aerei, attraversare confini e cambiare indirizzo. Miami, Dublino, Ravenna.
«Avevo bisogno di viaggiare. Avevo un mare in tempesta dentro. Mi era già successo, quando persi il mio babbo che era il mio punto di riferimento. Ma allora ero piccola, perché a quattordici anni lo sei e non pensi che si possa perdere qualcosa di fondamentale. Tre anni fa invece è stato diverso. Credevo di avere tutto, ero innamorata, avevo la scherma e ci mettevo il cuore. Avevo dei progetti per una vita che mi affascinava e per la quale ero pronta a fare dei sacrifici. Solo che poi, nel tempo di un’estate, ho visto la persona con cui stavo andarsene via ed ogni cosa andare in frantumi».
È in quel momento che Isabella ha sentito improvvisamente il pavimento sbriciolarsi sotto i piedi. Per settimane, quando la sera andava a letto e chiudeva gli occhi non sapeva più come infilare i pensieri. Voleva fare ordine ma non ci riusciva. Voleva darsi delle risposte ma non ne trovava. C’era la scherma da portare avanti, c’era la città in cui era nata e cresciuta, c’era un lavoro. Ma nulla la convinceva davvero e la vita in quel modo cominciava ad andarle stretta.
«Così ho chiamato mio cugino che abita a Miami insieme alla famiglia. Con i soldi che avevo guadagnato ho comprato il biglietto e a settembre sono partita. All’inizio non avevo idea di come sarebbe stato, non sapevo cosa scegliere di fare, ma poi le cose hanno cominciato a funzionare, una dietro all’altra».
A ottomila chilometri di distanza, con la consapevolezza di dover rimettere insieme i pezzi, Isabella si è rimboccata le maniche e ha avuto forza. Forza e gioia a sufficienza per trovare un lavoro e conoscere un mondo nuovo. Un’America in cui stringere altre mani, parlare altre lingue e ritrovare un senso, un filo logico che collegasse tutto ciò che stava facendo.
«Ad un tratto ho capito cosa volevo dalla vita. Il ristorante in cui lavoravo mi offrì un contratto per un anno ma rifiutai. Avevo voglia di salvarmi ancora, di continuare a viaggiare senza smettere di imparare. Sentivo finalmente nuovi stimoli e con tutto quello che avevo messo da parte in quei tre mesi a Miami mi sono pagata la scuola di bartender a Dublino. Stavo imparando a direzionare tutte le energie su di me, a dare precedenza a ciò che sentivo. Stavo imparando a rinascere».
Quanto è vero che tutto parte sempre da una piccola scelta e quanto è vero che come in tutte le cose bisogna avere il coraggio di decidere. Capire anche cosa non si vuole.
«Mi piace mettermi in gioco e vivere ai mille all’ora. Io corro, corro sempre ma non mi perdo mai nulla. Credo in tutto quello che faccio, anche ora se sono a Ferrara è per amore e perché nonostante le delusioni io non ho perso la fiducia nelle persone. Non mi è mai piaciuta la gente che nella vita sta ferma, che non prende mai una posizione e nemmeno quella che pur di non sbagliare nemmeno ci prova. La vita è una sola ed è così bello essere folli e credere nei sogni. È questo che ho capito, che solo esagerando poi ci si ridimensiona. Perché a volte si fanno dei passi così lunghi che alla fine la gamba ci arriva comunque».
Isabella spegne la sigaretta nel posacenere. Appesa alla parete della camera, c’è una sua foto vestita da scherma. È l’europeo a Poreč, quello del 2012. Quello dell’argento. La fisso per un po’, poi le chiedo se le manca.
Lei si gira, mi guarda. Ha gli occhi azzurri come il cielo delle quattro. Ha gli occhi azzurri come il padre.
Sorride.
«Vedi, tante persone hanno paura dei momenti difficili e quando non sanno cosa vogliono tornano al punto di partenza. Io invece ringrazio che esistano, perché è da quelli che cerchiamo di tirare fuori il meglio. Io non temo di lasciare indietro proprio niente. Ho il corpo pieno di tatuaggi e ognuno rappresenta qualcosa di fondamentale che mi è successo. Così la scherma, così mio padre. Tutto quello che mi hanno insegnato è inciso nell’anima, sottopelle, fermo al suo posto. Lì nessuno me li porta via. Li tengo vivi in ogni decisione, ma voglio sempre avere qualcosa di nuovo da raccontare e da portare nel cuore. E sono certa che con quegli occhi e con questi occhi lui mi guarderebbe e mi direbbe che è fiero di me. Perché quando mi sveglio la mattina ho dei progetti e so che quello che oggi ho tra le mani è molto più concreto e vero di quello che avevo prima. Sono felice e a me la vita sai, la vita piace ancora tanto».
E forse è questo il segreto quando cadi. Che non devi scappare, non devi fuggire o chiudere gli occhi. Non devi andare proprio da nessuna parte. Ci devi restare lì, davanti a quel buio. A guardarti intorno, a guardarti dentro. Senza la paura, la fretta, lo stupore di correre via.
Abbi il coraggio di guardare le cose per come sono. E ricorda di chiedertelo, chi vorrai essere. Per quando torna il sole.
~ Translated into English ~
Suddenly everything shakes. Everything shakes all around and the world outside changes and crumbles overnight. It loses the scent you thought you knew. The lights, the roads, the houses aren’t the same anymore.
And there you are, having to deal with the void, without understanding anything, without knowing what awaits you a moment later.
There are those who run and those who stay. Suspended. Looking inside that emptiness. They learn to feel life in a different way. A stronger way. And then they rebuild.
Because you falter, and fall, but then you learn. You learn to see the void’s beauty. After all, you can fill it however you want. You even learn to stand on your feet.
It stopped raining outside. The sun is out and it’s not cold, even though it’s January.
Isabella is at her window, smoking one of her usual Camel Blue cigarettes. She ruffles her hair. She worked until late last night, she’s tired but happy. Happy to do what she likes.
She tells me she moved to Ferrara a couple months ago, which wasn’t in her plans at all, but that’s ok. Because she followed her heart and we all know that the best things come along when you least expect them to.
«Every time I stop, I start metabolizing all I’ve learned while I was running».
In the last three years she’s lived in four different cities. She spent whole seasons packing and unpacking her suitcases, boarding planes, crossing borders and changing address. Miami, Dublin, Ravenna.
«I needed to travel. I had a stormy sea inside me. It had already happened to me, when I lost my daddy, who was my role model. But I was little back then, because when you’re fourteen years old you’re little and you don’t think you could ever lose something that essential. Three years ago things were different though. I thought I had everything, I was in love, I had fencing and I put my heart into it. I had plans for a life that fascinated me and for which I was ready to make sacrifices. Except that, in the span of a summer, I watched the person I was with leave and everything shatter around me».
It’s in that moment that Isabella suddenly felt the ground crumbling beneath her feet. For weeks, when she went to bed at night and closed her eyes, she didn’t know how to order her thoughts. She wanted to put them in order but she just couldn’t. She wanted to give herself answers, but she couldn’t find them. She had fencing to keep up, there was the city she was born and raised in, there was a job. But nothing truly convinced her and that life started suffocating her.
«So I called my cousin who lives in Miami with his family. With the money I earned I bought a ticket and I left in September. At first I had no idea how things were going to be, I didn’t know what to choose to do, but then things started working out, one after the other».
Eight thousand kilometres away, aware of the fact that she had to put the pieces back together, Isabella rolled up her sleeves and was strong. She had enough strength and joy to find a job and know a new world. An America where to hold other hands, speak other languages and find a meaning again, a logical thread to link everything she was doing.
«All of a sudden I understood what I wanted from life. The restaurant I was working at offered me a contract for a year, but I refused. I wanted to save myself again, to keep travelling and never stop learning. I was finally feeling new drives and with everything I’d saved up during those three months in Miami I paid for the bartender school in Dublin. I was learning to direct all my energies onto myself, to give priority to what I felt. I was learning to be reborn».
It is so true that everything always starts from a small choice and it is so true that, as in all things, we need to have the courage to decide. Even to understand what we don’t want.
«I like to challenge myself and live at a thousand miles per hour. I run, I always run but I never miss out on anything.
I believe in what I do, even now if I’m in Ferrara it’s for love and because, in spite of previous disappointments, I haven’t lost faith in people. I never liked people who hold still in life, who never take up a position, nor the people who don’t even try rather than make a mistake. We only have one life and it’s so great to be crazy and believe in dreams. This is what I’ve understood. That only if we exaggerate can we then re-evaluate ourselves. Because sometimes we bite off too much but then we still manage to chew it».
Isabella puts out her cigarette in the ashtray. Hanging on her room’s wall is a picture of her in her fencing gear. It was taken at the European Championship in Porec, in 2012. When she won the silver medal. I look at it for a bit, then I ask her if she misses it.
She turns, and looks at me. Her eyes are as blue as the clear afternoon sky. Her eyes are as blue as her father’s.
She smiles.
«You see, many people are afraid of difficult moments and when they don’t know what they want they circle back to where they started. I’m grateful those moments exist, because it’s in those moments that we try to do our best. I’m not afraid to leave anything behind. My body is covered in tattoos and each one represents something essential that happened to me. Like fencing, like my father. Everything they taught me is etched in my soul, under my skin, fixed in their place. No one can take them away from me there. I keep them alive with every decision, but I always want something new to tell and to keep in my heart. And I’m sure that with those eyes and with these eyes today, he would look at me and would say he’s proud of me. Because when I wake up in the morning I have projects and I know that what I have today is much more substantial and true than what I had before. I’m happy and, you know, I still like life a lot».
And maybe that’s the secret when you fall. You don’t have to run, escape or close your eyes. You don’t have to go anywhere at all. You have to stay there, facing that darkness. Looking around you and looking inside yourself. Without the fear, hurry and surprise of running away.
Have the courage to look at things as they are. And remember to ask yourself who you’ll want to be. For when the sun starts shining again.